venerdì 14 settembre 2012

La divisa della società

Vestiti...vestiti... abiti... moda... shopping... Sottostiamo ai suggerimenti di chi ci vuole ancora una volta discriminare. Non siamo come quelle super top anoressiche, cybenetiche e di plastica che indossano quelle cose che poi noi a nostra volta con la nostra umanità dovremmo comprare e indossare. Non siamo quasi mai alte uno e novanta, non siamo quasi mai perfette da chirurgia estetica... perchè oggi si ricerca la perfezione del chirurgo, non la bellezza di Dio, non siamo quasi mai esageratamente sicure di noi stesse fino al punto di “dominare con sofferenza” un capo di quelli che vogliono per forza farci sognare. Forse non ce ne rendiamo nemmeno conto ma, quando scegliamo un maglioncino, una giacca, un paio di scarpe, ci consegniamo alla divisa che inevitabilmente ci rappresenterà... Ogni tanto, sempre inconsciamente, ci ribelliamo alla nostra troppo rivelatrice immagine e ci mascheriamo. Compriamo un “modellino” che abbiamo visto sfilare da una bambola di plastica in televisione, ce lo infiliamo nel breve spazio di tempo nel quale non troviamo mai neppure l’ombra del sogno che stavamo cercando di costruirci... Tutto questo per cosa? Per negare il corpo umano, la nostra macchina perfetta... per relegarla al ruolo di manichino indossa abiti... per dimenticare quanto siamo belle e belli nella nostra nudità. Le ragazzine anche quando sono in casa e sanno di non essere viste, devono indossare comunque le loro firme preferite, una forma di identità di sè stesse... ma lo fanno anche le donne mature... il mio consiglio? Quando potete, gettate al vento gli abiti ed abituatevi a restare nude e nudi...
S.


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